Post

Visualizzazione dei post da 2015

Rimini Rimini - Le fotografie di Monica Baldi

Immagine
di Riccardo Varini Rimini Rimini, stazione di Rimini, ripete l’altoparlante come fossimo arrivati in California. Qui però il mare è quasi sempre piatto e le spiagge sono piene di ogni tipologia umana. Entrare in questo affollatissimo “divertimentificio”, pieno di castelli e secchielli e riuscire a ritagliarsi qualche interessante fotografia non è cosa da poco. Si perché, o caschiamo a fare le solite cabine dalle geometrie colorate, arrivando spesso ad una estetica fine a se stessa, o più spesso, come hanno fatto oramai tutti, ci affidiamo al mare d’inverno, la foto “concettuale” con l’ombrellone chiuso e una malinconia che   Luigi Ghirri aveva già espresso quarant’anni fa. Monica è riuscita invece a superare questi stereotipi, complice il suo vero amore per questo luogo ( che non è ancora un “non luogo”), abbandonandosi alla luce forte e calda che gioca fra gli stabilimenti e il molo.       Sono immagini somiglianti più a manifesti sbiaditi dal so

Terra Latte - Le ceramiche di Giovanni Cimatti

Immagine
Dalla tradizione della ceramica faentina a quella orientale e ritorno. Questa la poetica dell’arte di Giovanni Cimatti. Credo si possa affermare che la parola chiave che contraddistingue la sua arte sia sperimentare. Partendo dall’arte della ceramica più classica e tradizionale, Cimatti riesce continuamente a modellare, plasmare, inventare nuove tecniche e nuove forme della materia. Ebbene sì, come dice lui stesso “ La ceramica in fondo è la materia più antica tra tutte, è la materia che esisteva già alle origini dell’umanità, soprattutto alle radici del linguaggio.” Forse un po’ dimenticata nel corso degli anni, in realtà la ceramica permette di creare una varietà incredibile di oggetti di uso comune fino alla realizzazione di vere e proprie sculture e opere d’arte. E’ lo stesso artista che dice la terra richiede tempo e pazienza, ma il tempo non è alla base anche della filosofia zen giapponese? Ed è da qui che tutto inizia. E’ da qui che hanno origini e fondamento le arti e la cu

Carlo Mezzi - Les Jardins de Provence

Immagine
di Monica Baldi Parigi, seconda metà dell’800 è qui che nasce il movimento impressionista. Monet, Manet, Degas, Renoir, questi i principali artisti francesi che aderirono a questo movimento innovativo che non comprendeva solo la pittura ma che si estese fino alla letteratura con Emile Zola o al cinema con le pellicole di Jean Renoir. Ebbene sì osservando le tele dell’artista Carlo Mezzi sembra un po’ di trovarsi oggi al Musee D’Orsay dove sono conservati questi grandi capolavori ottocenteschi. Ninfee, salici piangenti, laghetti e giardini fioriti erano i temi prediletti dagli impressionisti e Mezzi li fa rivivere sulla tela ma con un’idea più contemporanea. Pennellate rapide e decise, i colori ad olio che si uniscono e creano strati di colore quasi materici. Ed è proprio questa grande matericità, il colore che esce dalla tela che rende questi suoi paesaggi quasi informali. Al primo colpo d’occhio a volte non si distingue in modo netto e preciso il paesaggio, ci vuole contempl

Regine di Fiori - Collettiva di pittura e scultura

Immagine
di Monica Baldi Tre donne. Tre artiste che con la loro arte hanno saputo unire insieme in un’unica mostra pittura e scultura. Regine di fiori, questo il titolo dell’esposizione che vede protagoniste le pittrici Manilla Ligabue e Loretta Magnani e la scultrice Carla Costantini. Facciamo un salto nella storia. Siamo in Inghilterra alla fine del ‘500 quando regnava Elisabetta I. Una regina che con quel suo sguardo severo e gli abiti pomposi forse non stonerebbe definirla una Bad Queen. Un personaggio che indubbiamente ha segnato la storia dell’Inghilterra e che ha ispirato artisti e registi se ripensiamo ad esempio al film “Elisabeth”, Manilla Ligabue prende spunto da questa icona per realizzare una serie di “Regine Cattive”, le Bad Queen appunto. Gli occhi sono sempre due piccoli tondi, l’espressione severa, ciò che cambia sono i vestiti, che sembrano, in chiave moderna, gli abiti maestosi delle Regine del ‘600. Colori, forti, accesi come il verde, il blu, il rosso, il giallo

Rimini Rimini - Fotografie di Monica Baldi

Immagine
di Monica Baldi Rimini, Riccione. La Riviera Adriatica così tanto protagonista di film del passato. Come non ricordarsi il film degli anni ’80 “Rimini Rimini” o “Abbronzatissimi” degli anni ’90 quando si consumano storie d’amore tra le cabine degli stabilimenti delle spiagge romagnole. Ed è proprio qui tra cabine colorate e vecchie insegne che ho scattato le mie fotografie. Luci e ombre, contrasti chiaroscurali, sembra quasi che il cielo si rifletta sui muri o che le onde del mare arrivino fino alle cabine. E’ primavera, il sole è ancora tiepido, i giochi non ancora affollati dai bambini, le panchine sul porto sono ancora vuote alla ricerca di qualche coppia di innamorati o qualche pescatore. La luce è tenue, i raggi del sole non cadono violenti e in cielo solo qualche nube. Ma la nitidezza ad un tratto lascia lo spazio alla sfocatura. I confini non sono più così ben definiti. I nostri occhi devono cercare di capire cosa si nasconde al di là di una palma o di un fiore colorato. E

Corrado Askerz. La magia del mare tra legni e conchiglie

Immagine
Sembra quasi di sentirlo il profumo del mare o il rumore delle onde che si infrangono sulla spiaggia, queste sono le sculture del reggiano Corrado Askerz. Legni, conchiglie, pietre e metalli si fondono tra loro per dare vita a sculture che hanno un unico tema, gli elementi del mare e tutta la sua magia. Probabilmente ognuno di noi camminando sul bagnasciuga può aver osservato grandi tronchi o conchiglie portati a riva da una mareggiata ed è proprio da questi elementi che Askerz ne fa delle sculture. Nelle sue opere pochi sono gli elementi creati dall’uomo, solo qua e là qualche inserto di ferro, a giocare invece il ruolo principale sono i legni, i tronchi che tante volte già naturalmente creano delle vere e proprie opere d’arte. Un tronco o una conchiglia spazzati dal mare e poi riportati a riva trovano nuova vita e nuove forme nell’atelier dell’artista. Soprattutto d’inverno, quando le spiagge sono deserte, quando gli abitanti delle spiagge sono solo questi elementi naturali che a

Made in Giappone - 26 Artisti dalla Terra del Sol Levante

Immagine
L’Oriente con la sua cultura così lontana dalla nostra ma che da secoli è capace di affascinare il resto del mondo. Il Giappone con la sua filosofia zen, i suoi giardini fioriti, il suo essere estremamente legato alle antiche tradizioni ma anche così moderno e contemporaneo nello stile frenetico della vita e nell’architettura delle sue metropoli. E anche nell’arte tante sono le differenze tra le nostre opere contemporanee e le loro. Il curatore artistico David Parenti, genovese e reggiano di adozione, è riuscito a portare a Reggio Emilia una mostra dal sapore completamente nipponico, coinvolgendo 26 artisti dalla Terra del Sol Levante e quattro gallerie reggiane.  “Organizzare questa esposizione a Reggio è un piccolo sogno divenuto realtà. – Racconta David Parenti - La passione per la cultura e l’arte del Giappone è sbocciata fin da bambino in cui mi facevo piacevolmente coinvolgere e circondare prima dai cartoni animati e in seguito, un poco più adulto, dai manga.” Così lo

INQUIETUDINI NOTTURNE. Incisioni e sculture del reggiano Stefano Grasselli.

Immagine
Visioni inquietanti e angosce. Bestie feroci, rapaci, grandi bisonti. Tutti questi elementi per l’artista Stefano Grasselli rappresentano le insidie del mondo. I suoi animali si muovono quasi sempre in uno scenario notturno. Quei cieli blu scuro punteggiati solo da qualche luce fioca, il giallo che rappresenta il chiarore delle stelle. Nelle incisioni così come nelle ceramiche lo scenario è sempre tenebroso. Gufi, lupi o bufali alieni sono in rilievo, sembra quasi che questi animali feroci con le loro fauci spalancate vengano fuori dal vaso, in una visione quasi sempre notturna ed inquietante. Gli animali che Grasselli fa rivivere prima sulla tela poi attraverso le incisioni ed infine sulla terracotta non vogliono essere un ritratto di scene della natura ma rappresentare le insidie del mondo, così come nella corrente Espressionista, a cui Grasselli in parte si rifà, dove gli artisti intendevano rappresentare la sofferenza della condizione umana attraverso la deformazione dei cor

Keramikòs di Linda Bernardi

Immagine
di Monica Baldi                                           "Estetica", tecnica paper clay                                      Keramikos, semplicemente ceramica in greco. E’ un viaggio, dall’epoca classica ellenistica fino ad arrivare al raku giapponese, la mostra che ci presenta la ceramista Linda Bernardi, francese di nascita ma reggiana di adozione. Piccoli vasi bianchi dalle forme che per tanti aspetti ci ricordano le antiche anfore greche, quelle forme dette Krater, la forma tipica del vaso greco dai manici arrotondati. Vasi bianchi, abbiamo detto, o solo con qualche inserto di colore qua e là, ed ecco appunto il termine keramos, cioè argilla, quell’argilla bianca tipica della Grecia che veniva fatta essiccare rigorosamente all’ombra. Oggi queste opere le definiamo opere d’arte ma facciamo un passo indietro, agli albori quasi della storia della ceramica. Un tempo, infatti, le ceramiche non erano oggetto di ornamento bensì avevano un preciso utilizzo, nascono da nec

Le Platinotipie di Luigi Menozzi

Immagine
                                          "Rio Tassaro" di Alessandra Petilli Nella splendida cornice della Galleria d’Arte Zannoni, che si affaccia sul cavedio di un antico palazzo del centro storico in via Guido da Castello, mi ricevono la fondatrice Monica Baldi, nipote dell’artista ceramista Uberto Zannoni, alla cui opera la galleria è dedicata, e Luigi Menozzi, artigiano fotografo che esporrà qui, in occasione di Fotografia Europea, una selezione di stampe il cui titolo richiama la tecnica con cui sono state elaborate: Platinotipie . Menozzi, reggiano doc classe 1957, inizia a fotografare nel 1977, prediligendo il bianco e nero e stampando da se’ le proprie immagini, cominciando un percorso sul paesaggio che diverrà col tempo monotematico, legato all’Appennino reggiano, e culminerà nel 1999 dopo dieci anni di ricerca, nella pubblicazione del libro In attesa dell’incanto . Nel suo percorso creativo l’artista ha sempre utilizzato la pellicola, ritenendo anch

LE ANIME DEL MARE. LA PITTURA DELLA REGGIANA PAOLA BONACINI

Immagine
Il mare con la sua vastità e il suo senso di libertà è stato, fin dal passato, oggetto di ispirazione per molti artisti, da pittori a scrittori. E così è per l’artista reggiana Paola Bonacini. Il mare è sinonimo in questo caso dei suoi stati d’animo più reconditi, più nascosti o talvolta anche quelli più trasparenti ed evidenti. Ogni quadro è come se ci parlasse della stessa artista. In quel mare, in quelle onde o in quelle vele a volte appena accennate sulla tela o a volte ben evidenti, l’artista è come se si mettesse a nudo e volesse comunicare il suo stato d’animo di quel preciso istante. Sensazioni ed emozioni in continuo contrasto. Ecco perché il continuo alternarsi della quiete e della tempesta del mare, l’alternarsi delle sue emozioni, dall’inquietudine ad una pace interiore. Come afferma lei stessa “I miei quadri sono le mie emozioni, è la lotta della mia vita. E così in quella vela vi è rappresentata tutta me stessa.” In un primo momento le vele sono cariche di colore