INQUIETUDINI NOTTURNE. Incisioni e sculture del reggiano Stefano Grasselli.



Visioni inquietanti e angosce. Bestie feroci, rapaci, grandi bisonti. Tutti questi elementi per l’artista Stefano Grasselli rappresentano le insidie del mondo. I suoi animali si muovono quasi sempre in uno scenario notturno. Quei cieli blu scuro punteggiati solo da qualche luce fioca, il giallo che rappresenta il chiarore delle stelle. Nelle incisioni così come nelle ceramiche lo scenario è sempre tenebroso. Gufi, lupi o bufali alieni sono in rilievo, sembra quasi che questi animali feroci con le loro fauci spalancate vengano fuori dal vaso, in una visione quasi sempre notturna ed inquietante. Gli animali che Grasselli fa rivivere prima sulla tela poi attraverso le incisioni ed infine sulla terracotta non vogliono essere un ritratto di scene della natura ma rappresentare le insidie del mondo, così come nella corrente Espressionista, a cui Grasselli in parte si rifà, dove gli artisti intendevano rappresentare la sofferenza della condizione umana attraverso la deformazione dei corpi. Bestie feroci, ululati e visioni inquietanti, infatti per l’artista, sono la metafora delle paure e delle angosce che caratterizzano la vita dell’uomo fin da bambini quando già si leggono fiabe dove protagonisti sono lupi mannari o altre bestie aliene. Insomma incubi frutto dell’inconscio dell’uomo come rappresentava Goya nell’acquaforte “Il sonno della ragione genera mostri”.

                                                "Forze nell'universo". Opera in maiolica

Oltre alla ceramica, Grasselli è un vero e proprio maestro dell’incisione. Puntasecca, linoleum, sono le tecniche che utilizza maggiormente. Un lavoro lento e di precisione quello dell’incisione, oggi non così diffusa come tecnica, un’arte quasi nicchia. Incisioni e sculture accomunate sempre dalla poetica di fondo delle opere dell’artista: le inquietudini notturne. Ma nelle sculture per un attimo l’artista pare che abbandoni la sua poetica per arrivare ad una concezione più espressionista. Un cambiamento di colori e un cambiamento di forme e soggetti. E così Grasselli crea nella creta questi piccoli fori che diventeranno luminosi grazie a piccole candele poste all’interno della scultura. Ebbene sì, stelle luminose ma anche una luce interna che si può vedere come un’energia positiva e come metafora dell’anima. La nostra mente ci porta all’Espressionismo di Van Gogh. Pensiamo alla “Notte Stellata” o al Cafè de la Nuit di Arles dove si scorge un cielo blu cobalto punteggiato di stelle. Van Gogh, infatti, trasformò la veduta notturna in una specie di evento cosmico, il cielo sembra pieno di comete che girano vorticosamente creando dei gorghi luminosi. 

                                                     "Grande Rapace". Tecnica linoleum

All’avanguardia nelle tecniche artistiche, Grasselli sperimenta nuovi materiali anche in ceramica come il paper clay dove l’argilla incontra la cellulosa per dare vita ad opere di concezione estremamente contemporanea rispetto alla più tradizionale maiolica. Fil rouge delle opere di Grasselli è la poetica dell’inquietudine che si sposa perfettamente con ciò che diceva lo stesso Van Gogh dei suoi dipinti quando scriveva “i miei quadri sono quasi un grido di angoscia.” Ma angoscia ed inquietudine si legano ad un piacere della visione, una bellezza delle opere che sconfina in quell’estetica teorizzata da Hegel, quell’estetica che originariamente in greco significava “sensazione”. Quindi ammirando queste opere si prova una sensazione di stupore. 

                                          "Visioni notturne". Opere in maiolica

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