Fotografia Europea 2010


Da oggi e fino al 18 luglio Palazzo Magnani ospita la mostra “Immagini del settimo giorno” del fotografo inglese Michael Kenna. Come afferma il curatore della mostra Sandro Parmiggiani: «Da
13 anni Palazzo Magnani ospita importanti mostre di pittura e fotografia, questa si inserisce
perfettamente nell’argomento trattato quest’anno dalla Fotografia Europea 2010, cioè il tema dell’incanto. E’ stata del tutto una cosa occasionale, perché si sta lavorando alla mostra di Kenna dal 2006». La mostra presenta 290 fotografie in bianco e nero in grado di ripercorrere tutto il suo iter creativo. Tra queste, 200 costituiscono il vero e proprio percorso antologico, 35 documentano lo sguardo sul territorio reggiano, frutto di ricognizioni sul campo compiute negli ultimi tre anni, 35 ci restituiscono una Venezia notturna, 20 ripropongono uno dei cicli storici di Kenna, quello sui campi di concentramento e sterminio nazisti, che fanno parte del ciclo “L’impossibile oblio” degli anni ’90. Parmiggiani spiega: «Ho chiesto a Kenna di documentare il panorama reggiano attraverso le sue foto. Così ha ritratto paesaggi diversi dall’Appenino al Po. Nella sezione Reggio Emilia e dintorni sono proprio ritratti paesaggi che si trovano sulle strade secondarie che da Reggio portano a Venezia». In molte fotografie sembra che l’uomo non sia mai passato in quei luoghi, infatti Kenna ritrae sempre e solo paesaggi, non compare mai un essere umano; si può vedere quello che l’uomo ha fatto, ad esempio quando ritrae due impianti industriali in America e in Inghilterra, ma non l’uomo. Kenna si reca in tutti i continenti del mondo e va incontro a dei luoghi elettivi, ma l’Oriente è il luogo elettivo prediletto. Come spiega Parmiggiani: «Qui l’artista ha trovato la sua dimensione esistenziale. In quelle foto c’è la metafora dell’infinito». Kenna spiega il suo lavoro in modo chiaro e con poche parole: «Il manifesto della mostra esemplica molto bene il mio lavoro: un pontile in un paesaggio inglese.
Un pontile su cui io cammino per capire me stesso e spero che le persone che guardano questa foto provino le mie stesse sensazioni.- Continua – Quando l’ho fatta ero immerso nel silenzio, infatti, cerco un mondo calmo, tranquillo e silenzioso in mezzo a tanta frenesia; infatti il titolo della mostra è appropriato ai miei lavori.” Parmiggiani spiega come è nato questo titolo: “Come dice il libro della Genesi, il settimo giorno Dio completa la creazione del mondo e si riposa.
Davanti alle foto di Kenna ho subito colto una sorta di respiro lento e profondo del mondo, come se il silenzio fosse sceso sulla terra.” Il fotografo conclude: «Ho scelto un modo particolare per fotografare il mondo, non sono alla moda e al passo con i tempi, perché preferisco non usare
macchine digitali, faccio foto di piccole dimensioni in bianco e nero».
Monica Baldi

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