Christmas Art Shopping | Galleria ArteArte
Si rinnova
l'appuntamento alla Galleria ArteArte
di Mantova, una collaborazione tra Art Studio
22 e ArteArte che sta portando buoni frutti.
Così dal 3
al 24 dicembre verrà presentata la nuova
mostra collettiva che raccoglie più di dieci artisti e soprattutto
raccoglie opere molto diverse tra loro.
L'Art
Studio 22 si propone con opere del progetto
fotografico “Rimini Rimini”
di Monica Baldi e
ceramiche degli anni
'60 di Uberto Zannoni,
cioè suo nonno.
Rimini
Rimini è il progetto fotografico di Monica
Baldi. Progetto che ha visto nascere i primi scatti tre anni fa e via
via ha preso sempre più l'aspetto di un vero e proprio filone che
oggi conta circa una ventina di fotografie. La Riviera Romagnola,
grande protagonista del divertimentificio italiano per pochi mesi
all'anno, negli altri mesi tutto cambia aspetto come dimostrano
questi scatti dove non c'è assolutamente la presenza umana e dove
cabine, giochi dei bambini, sdrai, lettini, panchine sembrano in
attesa di una nuova stagione estiva per riprendere vita.
Arte e
letteratura si uniscono perfettamente se si pensa al romanzo del 1985
“Rimini” di Piervittorio Tondelli, reggiano di nascita come
Monica Baldi.
Tondelli,
giornalista e scrittore, da sempre affascinato della Riviera
Romagnola decide di omaggiare questi luoghi con un romanzo divenuto
uno dei suoi manoscritti più famosi. Il protagonista, giornalista,
viene mandato a dirigere un quotidiano di Rimini e lì scoprirà un
nuovo mondo. Direi che c'è un pezzo del romanzo che sembra essere
scritto appositamente per le fotografie di Monica Baldi “Arrivai a
Riccione. Oltrepassai il ponte sul canale del porto e deviai a
sinistra. Mi immisi nel traffico lento del lungomare. Grandi fari
illuminavano il retro degli stabilimenti balneari. La sequenza
ordinata delle cabine , dipinte a blocchi con tonalità pastello,
aveva in sé qualcosa di metafisico e infantile nello stesso tempo:
come si trattasse di un paesaggio costruito per i giochi dei bambini,
le casette, i tettucci, i lettini, gli oblò, le finestrelle, le
tinte tenui, il rosa confetto, il verdolino, il celestino, l'arancio,
il grigio azzurro, il giallo limone, il viola pallido e altri colori
di balocchi e zuccheri filati e frutte candite, oppure di un
assemblaggio ordinato di altri materiali per altri uomini e in questo
caso il colpo d'occhio mi sembrò il ponte di un gigantesco
transatlantico arenato sulla sabbia...”
Faenza, da
tutti conosciuta come la culla della ceramica o come la chiamano i
francesi “la Fajence” proprio dal nome della città romagnola.
Uberto Zannoni nasce
qua a Faenza e, forse, come a tanti artisti faentini, gli scorre nel
sangue l'arte della ceramica. Prima docente poi Preside all'Istituto
d'Arte “Chierici” di Reggio Emilia, Zannoni non abbandona mai la
sua grande passione artistica. Inizia da giovanissimo ad approcciarsi
al mondo della creta e degli smalti ceramici fondando insieme
all'amico Carlo Zauli la “Cà Pirota”, bottega di ceramica nel
borgo di Faenza, da molti critici considerata la prima factory
italiana di ceramica. Smalto a lustro, smalto vetroso sono solo
alcuni degli esperimenti innovativi creati alla Cà Pirota, perchè
Zannoni non aveva solo estro artistico ma era anche un chimico e
soprattutto un grande conoscitore della materia. Ecco quindi come
negli anni '50 è riuscito a creare grandi innovazioni e da qui
partono i vari riconoscimenti e premi a livello nazionale e
internazionale. Un susseguirsi di mostre ed eventi che vedono le
opere di Zannoni protagoniste ancora oggi in tanti Musei del mondo,
dal MIC di Faenza alla Collezione Comunale di Gubbio e poi all'estero
dalla Svezia alla Germania, dal Giappone al Messico.
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