Le "Geometrie Irrilevanti" del fotografo Franco Marzio e "L'Elogio della Luce" del pittore Sergio Gandini
di Monica Baldi
Fotografia e
pittura si uniscono in un'unica mostra che vede protagonisti gli
artisti di Monza Marzio Franco e Sergio Gandini. Linguaggi diversi
che sanno intrecciarsi in un'unica forma d'arte. Marzio Franco
cammina per le strade della sua città e riesce a cogliere quei
particolari ad altri sconosciuti per poi scattare la fotografia con
gesto deciso. Le sue “Geometrie Irrilevanti”
colgono geometrie fondamentali, forme primarie e cromie pure, insomma
una semplice insegna stradale o un angolo di un palazzo possono
diventare solo un gioco di colori. Così come giochi di colori sono i
dipinti di Sergio Gandini. “Elogio della
luce” è proprio il titolo che Gandini ha
deciso di scegliere per il suo progetto dedicato e ispirato alle
opere del poeta tedesco Paul Celan.
Gli elementi
naturali come acqua, terra e fuoco sono i protagonisti di alcune sue
opere per passare poi ad altri fenomeni naturali come disgeli o
distese di ghiaccio, in queste opere la natura incontra l'astrattismo
dell'arte di Gandini. Come spiega lo stesso artista “Il quadro è
una concrezione, un punto solo provvisorio di arresto nel processo
della visione reso possibile dalla Luce.”
Come mai
questi due progetti riescono a dialogare perfettamente tra loro? C'è
un comune denominatore che è il vedere. Come spiegano gli stessi
artisti “Ogni
artista inizialmente procede da qualcosa che ha visto – ci sono
artisti che reinterpretano e reinventano ciò che hanno visto in
conformità a ciò che sentono, ci sono altri artisti che vorrebbero
spingere la capacità di “visione” quasi ai limiti del vedere. Di
sicuro non basta vedere per essere un artista, ma occorre iniziare da
lì. Forse occorre, dopo le tante esagerazioni dell’arte del
novecento, ripartire proprio da questo punto: l’artista deve essere
umile e insegnare all’uomo comune a “guardare”. Vedere
semplicemente ciò che cade sotto i nostri occhi non è ancora saper
guardare.” E poi da qui si apre il grande dibattito del novecento
su quanto realmente la fotografia sia una fedele riproduzione della
realtà.
Marzio
Franco scrive “Quanto c’ è di reale, ad esempio, nelle
magnifiche stampe di Ansel Adams, quei bellissimi paesaggi americani
che tutti abbiamo nella mente? - Continua - Fotografare impone
innanzi tutto delle scelte. Cosa sarà escluso, e perché, da questa
scelta? In che modo ordinerà la scena che ha deciso di rappresentare
e che mezzi userà per farci partecipi della sua visione? Non
rappresenta la realtà il fotografo, ma una sua idea di realtà. A
volte decisa in un attimo, a volte dopo una profonda riflessione. Ce
la mostra sempre tramite un piatto foglio di carta. Ci invita a
osservare e riflettere su questa magica, illusoria, finestra sul suo
mondo.”
Marzio
Franco e Sergio Gandini, artisti sì ma anche buoni amici nella vita
e forse anche per questo è significativo che anche le loro opere
partecipino ad un medesimo, silente dialogo.
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